Non ci sono proprio parole…

Domenica scorsa su Canale 5 subito dopo il telegiornale delle 13 è andata in onda la trasmissione Domenica 5. La puntata è iniziata con uno spazio dedicato alle violenze sessuali, nello specifico il caso di Montalto. In trasmissione oltre ad ospiti e giornalisti dello spettacolo sono intervenuti la Consigliera di pari opportunità della Provincia di Viterbo, Daniela Bizzarri, i genitori dei ragazzi accusati del reato e alcuni abitanti del paese. A parte l’intervento della Bizzarri, alla quale va detto un Grazie per aver ricordato che si tratta di un argomento delicato da non sottovalutare né giustificare, diverso è stato quello di uno dei papà dei ragazzi coinvolti nella vicenda. “La ragazza è di facili costumi”- queste le parole che sono servite per giustificare la violenza. Sconcertante! Sono rimasta basita nell’ascoltare queste parole e ancora di più nel sentire che queste sono condivise dalla maggior parte delle persone che vivono a Montalto. “E’ una poco di buono, è normale che sia successo perché se l’è cercata” – ha commentato un signore. Ed un altro intervistato ha aggiunto: “ E’ stata una ragazzata”. Una ragazzata?! Oddio , mi va il sangue al cervello! Ma come si può con così tanta leggerezza affermare queste cose? Una ragazza vittima di abusi da parte di 6 coetanei e non, e cosa succede? Sindaco e paesani schierati in difesa di questi “bravi ragazzi”. Perché oggi, come del resto fino a ieri sono sempre stati definiti così. A mio avviso, Vergognoso! Vergognoso il comportamento di tutti, pietoso il rispetto e l’appoggio che viene riservato. Ma stiamo scherzando? Sveglia! Si sta parlando di una VIOLENZA. Un reato grave che va punito e non giustificato e ancor peggio taciuto. Cominciamo a domandarci perché accadono queste cose. Di chi è la colpa? Famiglia, scuola, amicizie e soprattutto tanta ignoranza. Testimonianza di ciò che dico è la frase di un intervistato:” I ragazzi hanno ammesso il fatto, hanno commesso un errore nel dirlo, dovevano tacere”. Inciviltà, ignoranza di chi nega l’evidenza, la gravità dell’accaduto. Mentalità ottusa, meschina che spaventa, difficile pensare che possa esistere. Eppure c’è, purtroppo e traspare, si manifesta attraverso il sostegno ad un atto ripugnante, alla violenza. Ed ancor più imbarazzante è il vanto, l’esaltazione e guai a chi mette in dubbio il comportamento di quelli che vengono osannati quasi come se fossero i protagonisti di un gesto eroico. Quanto è facile gettare fango su chi è più debole, su chi è più indifeso. “Se l’è cercata, giusto? Poteva restarsene al suo paese, invece di venire nel nostro” – tanto per riportare altri commenti. Il comportamento di una ragazza, di una donna, il suo modo di vestire o di atteggiarsi non è un presupposto valido per compiere un atto così spietato, disumano. E’ assurdo! Esiste una coscienza collettiva? Norme, valori condivisi che orientano i rapporti tra i membri di una società? La civiltà! No, siamo rimasti ai tempi dei barbari, o forse loro erano più rispettosi di noi? È raccapricciante la realtà che viviamo e che stiamo costruendo. E chissà quanto peggiorerà ancora se non ci fermiamo e non ci rendiamo conto di quanta superficialità e di quanto egoismo siamo fatti. Concludo citando un verso di quella che per me è stata ed è tutt’oggi, una grande donna e scrittrice: Oriana Fallaci.

“Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”.

Info su patti

Laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione presso l'Università degli studi della Tuscia, iscritta da maggio 2009 all'Ordine dei Giornalisti-Pubblicisti del Lazio.
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