San Pellegrino per sentirsi avvolti tra i vicoli medievali

Viterbo CRONACA- Passeggiare a San Pellegrino è sentirsi avvolti da una realtà che ha radici profonde, più ci si inoltra nei vicoli, nelle piazze e più si ha la sensazione di vedere i personaggi del tempo, gli artigiani a lavoro nelle loro botteghe, le massaie affacciate in finestra, o intente a portare al lavatoio il peso delle enormi ceste pieni di panni, il rumore di questi battuti con energia in contrasto con i canti, le voci che in dialetto urlavano e parlavano. E ancora le osterie, le partite a carte, i bambini che si divertivano con poco.

 

Quel poco, appunto, quella semplicità, quel non aver niente, se non la semplicità che rendeva questo quartiere vivo. Palazzo degli Alessandri, Torre Sciacciaricci, la Chiesa, sono con tutte le viuzze di San Pellegrino la testimonianza della  Viterbo medievale perfettamente conservata.

 

I vicoli, le abitazioni mostrano intatte le caratteristiche di un tempo. Via Centoponti ne è l’esempio lampante: una viuzza stretta, incorniciata da un arco, con piccole nicchie sui muri delle abitazioni e con  le lanterne che un tempo la illuminavano. Poi c’è il tocco personale degli abitanti, piante e fiori in ambedue i lati che vanno ad impreziosire questo gioiello.

Solo chi è cresciuto o, ha  vissuto almeno una parte della sua vita in questo quartiere, in questa lunga via da cui si diramano una moltitudine di vicoletti nascosti, incantevoli che trasudano di storia, di arte ancora viva può condividere il pensiero, io oserei dire anche il sentimento, che vi riporto qui di seguito, di una persona a me molto cara.

“San pellegrino oltre che di storia è ricca di personaggi storici viterbesi!!! Viterbesi che per altro siamo rimasti in pochi!!! Una volta c’erano osterie, antiquari e purtroppo drogati da “lavatoglio”, giocatori di carte e soprattutto bambini “con le mani sporche d’allegria” correvano per le vie… insomma c’era vita tutto il giorno, ora un po’ di turismo, qualche superstite un locale che al contrario di prima dà luce alla notte e i bambini che corrono ce ne è forse solo uno, chi ci abita lo conosce.

In via Centoponti viveva, oltre a Silvio con le sue stampelle per regger su un uomo un po’ perso nel suo bicchiere e la “sorda” narrata come ex prostituta, l’antiquario più famoso di Viterbo Oscar Faccenda intenditore, venditore sempre ricercato per dare valore di un mobile, settimino, tavolo, coccio o qualsiasi pezzo antico o non proprio.

Famoso per il suo lavoro, nonché per la sua storia di giocatore di carte e casinò, che lo rendono storicamente personaggio indiscusso della storia viterbese.

Una vita straordinaria dei nostri vicoli che ancora lascia un vuoto tra quegli scalini, una sigaretta accesa e occhi sicuri che aveva qualcosa da raccontare”. Cit. Federico Celestini

Info su patti

Laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione presso l'Università degli studi della Tuscia, iscritta da maggio 2009 all'Ordine dei Giornalisti-Pubblicisti del Lazio.
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