Periodo di saldi. Sconti dal 50 al 70% o addirittura, in alcuni casi il fuori tutto.
Una situazione “invitante” capace di attrarre una moltitudine di gente.
Ecco, ma la gente dov’è?
I commercianti hanno puntato a forti sconti su tutta la merce rimasta invenduta, i negozi sono pieni, ma purtroppo le tasche sono vuote a dimostrazione di come questo sia un nuovo anno ancora sotto il segno della crisi e ancora, purtroppo, senza ripresa.
Basta fare un giro per il centro di Viterbo e capire quanto la crisi stia piegando in due le attività. Saracinesche abbassate ovunque. Troppe.
Via dell’Orologio Vecchio è l’esempio lampante di questa difficoltà, seguito da via Saffi.
Anni fa queste vie ospitavano banche, negozi di diverso genere affermandosi come un punto strategico per lo shopping viterbese. Oggi i negozi rimasti sono ben pochi. Non si registra più il viavai di gente di una volta con la conseguenza che queste vie sono sempre più desolate, deserte.
Anche al di fuori della mura la situazione non è delle migliori. Negozi storici chiudono da un giorno all’altro. Cartelli di chiusura attività, affittasi spuntano in continuazione.
Purtroppo la crisi del commercio è un fenomeno che sta andando avanti da troppo tempo condizionando l’economia del nostro territorio. A questa si aggiunge anche la spesa mensile che grava su ogni attività: canoni di affitto elevati, bollette e tasse di ogni . Manca una politica solida, ben efficace rivolta a sostenere le attività commerciali.
Mancano proprio i provvedimenti giusti affinchè possa svilupparsi una seria politica imprenditoriale che riguardi lo sgravio del costo del personale, l’alleggerimento burocratico, un allentamento della pressione fiscale. Sono necessari maggiori incentivi rivolti all’innovazione e all’avvio d’impresa, oltre che a un accesso al credito.
