Musicista, compositore, definito ” il miglior didatta di tutta Italia”, nonchè viterbese: Cesare Dobici

Ricorre proprio quest’anno il settantesimo anniversario dell’ illustre compositore viterbese tra i più eminenti docenti del Pontificio Istituto di Musica Sacra della metà del ’900. Figlio di Nazareno, sellaio, e di Lucia Croce, abitava nella casa dove nacque al Vicolo Palombo, oggi Via dei Tignosi. Dopo un primo approccio con la musica, grazie a un frate domenicano francese presso il Convento di santa Maria della Quercia, seguì più specifiche lezioni di pianoforte e composizione nel Convento della Trinità. Fu quindi apprezzato allievo dei maestri di musica Angelo Medori e Salvatore Meluzzi. Dopo questi studi entrò nel liceo musicale di “S. Cecilia” a Roma, dove si diplomò in composizione con Cesare de Santis nel 1899. La fama di Dobici fu legata soprattutto all’attività di insigne didatta, grazie alla rara competenza e profonda preparazione, nonché alla metodica chiara e paziente. Insegnò dapprima al “Reale Conservatorio Musicale di S. Cecilia” (divenuto Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma)nel 1910 e poi al Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, chiamato dal preside P. Angelo de Santi. Qui gli furono affidate le cattedre di Armonia superiore e Metodica, Contrappunto e Fuga fino all’anno 1940. A Viterbo, sua città natale iniziò la sua attività artistica quale direttore della Cappella Musicale del Duomo, nonché di didatta, con l’insegnamento del canto corale nella scuola magistrale “G. Carducci”. Si affacciò al teatro musicale con due opere rimaste incomplete: “Cola di Rienzo” (in tre atti, libretto di P. Cossa) e “Carlotta Corday”, appena abbozzata. Successivamente si dedicò alle sua vere passioni: la composizione di musica sacra e liturgica e la didattica. La sua attività didattica formò illustre generazioni di allievi italiani e provenienti da pesi esteri. Tra i suoi allievi più famosi si ricordano: Sigismund Toduta (Bucarest),Vieri Tosatti, Ferruccio Vignanelli, Carlo Alberto Pizzini, Enrico Buondonno, Giorgio Colarezzi, Francesco Mander, Biagio Grimaldi, Ennio Porrino, Angelo Turriziani, nonché molti aspiranti compositori provenienti anche dall’estero (Portogallo, Romania, Argentina,Venezuela, Australia, Stati Uniti). Dobici fu tra i fautori, unitamente a Lorenzo Perosi, Luigi Bottazzo, Raffaele Casimiri, Licinio Refice, di un necessario rinnovamento della musica sacra, sulla scia del Motu Proprio promulgato nel 1903 da Pio X, ossia un processo di riforma orientato a nuovi intendimenti musicali, più vicini alla purezza del canto gregoriano e alla polifonia rinascimentale. Sono almeno centosessanta i pezzi del musicista viterbese inediti. Tra i numerosi successi vanno ricordati Tota pulchra a dodici voci per tre cori e tre organi, scritto in occasione del 50° Anniversario del Dogma dell’Immacolata dedicato a papa Leone XIII; la Missa pro defunctis per quattro voci dispari accompagnate dall’organo; la Messa da requiem scritta in occasione della morte del re Umberto I ed eseguita dal Dobici stesso al Pantheon, alla presenza dei reali, e il Dies irae a otto voci, doppio coro, eseguita il 14 Marzo 1907 da centodiciotto cantori. Tra le opere cito il Cola di Rienzo e la Carlotta Corday. Dal 1890 si trasferì a Roma in Via Napoleone III, ma i giorni di riposo li trascorse nella sua Viterbo. Morì a Roma il 25 apr. 1944.

Da due anni a questa parte grazie alle iniziative dell’Associazione Cesare Dobici unitamente alla Corale Polifonica S.Giovanni di Bagnaia, la figura dell’illustre musicista, dopo un lungo tempo caduta nell’oblio è tornata finalmente in auge. Tra le iniziative convegni, concerti, la dedicazione di una sala presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra da parte del M° Mons. Miserachs, un annullo filatetico per celebrare l’anniversario della sua morte, e, non di minore importanza, il restauro del monumento a Dobici situato a Prato Giardino.

Info su patti

Laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione presso l'Università degli studi della Tuscia, iscritta da maggio 2009 all'Ordine dei Giornalisti-Pubblicisti del Lazio.
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