Dove ti giri li trovi: i manifesti politici!

Lo so, non se ne può più! Ancora un po’ di pazienza e tutti presto ci libereremo di quei cartelloni che da qualche settimana a questa parte stanno tappezzando la nostra città. Tempo di campagna elettorale per le elezioni regionali 2010, tempo di facce, di mezzi busti stampati che ci sorridono, che ci invitano a credere in loro e alla loro missione. Ovunque vai, ovunque li trovi: strade, autobus, siti web, Facebook e questo perché la legge nota come par condicio ha imposto ai mezzi di comunicazione di dare uguale spazio e visibilità a tutti gli schieramenti. È vero anche che i manifesti ci sono sempre stati, ma prima ci si limitava al simbolo del partito, slogan semplici e poco originali. Oggi invece le cose sono cambiate e molto. Basta guardarsi intorno camminando per le strade per trovarne innumerevoli inutili e ridicoli. Giorni fa, l’ho letto uno il cui senso della frase riportata di fronte alla gigantografia dell’esponente era quello di rassicurare il popolo, di preoccuparsi dei problemi del popolo e di trovarne soluzione. A questo punto, mi piacerebbe sapere una cosa: ma se compongo il numero riportato sul manifesto ed espongo il mio problema (ovvero che non trovo lavoro), stando a queste parole, il mio problema dovrebbe essere presto risolto, giusto? Beato chi ci crede! Il fatto è che le parole sono tante ma i fatti sono gran pochi! È diventata tutta una farsa, una competizione tra partiti a suon di frasi ad effetto. Una volta si parlava di manifesti della politica, manifesti programmatici che avevano l’obiettivo di fissare un confine tra noi e loro, giusto o sbagliato, ma dotati di un senso. Oggi invece esiste la politica dei manifesti, dove si cerca la frase più accattivante, lo slogan o “claim” più ammiccante, la foto più bella. Che poi dietro ci sia il nulla è un dettaglio!

Info su patti

Laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione presso l'Università degli studi della Tuscia, iscritta da maggio 2009 all'Ordine dei Giornalisti-Pubblicisti del Lazio.
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