Non bastava l’appellativo di “Bamboccioni”, ora se ne aggiunge un altro: “Sfigati”! Quanti complimenti fioccano sui giovani italiani: “Se non sei laureato a 28 anni sei uno sfigato” – ha sostenuto fermamente il viceministro del Welfare Michel Martone qualche giorno fa, creando un fronte bipartisan unito e compatto contro di lui! Però, che incoraggiamento! Che sostegno che riceviamo da un po’ ti tempo a questa parte. La faccenda è iniziata già da qualche tempo. Da Tommaso Padoa-Schioppa, che da ministro dell’economia usò l’espressione “Mandiamo i bamboccioni fuori di casa” per indicare uno degli obiettivi della sua Finanziaria che prevedeva agevolazioni per gli affitti per i più giovani, a questa ultima affermazione del Ministro del Lavoro sono passati più di quattro anni tra le due esternazioni e la situazione è senz’altro peggiorata. È facile incolpare noi giovani del fatto che a trenta anni stiamo ancora a casa con mamma e papà, non abbiamo un lavoro fisso, non abbiamo terminato gli studi, invece quanto risulta difficile ammettere che tutto sommato se ci troviamo in questa situazione lo dobbiamo pure alle istituzioni?! I dati parlano chiaro, la disoccupazione giovanile è salita al 30%, due milioni di ragazzi non studiano e non lavorano, la crisi economica ha accentuato un ritardo, quello dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. La crisi non risparmia neanche il viterbese. Non c’è crescita economica, ne posti di lavoro perché l’edilizia, il commercio, l’industria si trovano in una situazione di stallo. Non c’è lo sviluppo necessario a garantire un margine di ripresa. E allora in queste condizioni dove andiamo? A questo si aggiunge l’innalzamento dell’età pensionabile stabilita dal governo, il che comporta l’entrata sempre più tardiva nel mondo del lavoro per noi giovani e una pensione che non percepiremo mai. Perché invece di ironizzare sulla situazione e sul comportamento dei giovani, i signori Ministri non cominciano ad aprire gli occhi e a capire quanto i giovani si danno da fare?! Quanti giovani pur di lavorare e non pesare sulle proprie famiglie accettano qualsiasi tipo di lavoro, il più delle volte a nero e poco retribuito?! Perché nascondere il fatto che se tanti giovani a ventotto anni non sono ancora laureati è perché forse non studiano solo ma lavorano anche per mantenersi gli studi?! Un buon punto di partenza sarebbe quello di abbassare le tasse universitarie, il costo eccessivo dei libri… è un diritto di tutti lo studio oppure no? Eppure non per tutti è accessibile! Perché i signori Ministri tutte queste cose e tante altre non le considerano? Forse perché troppi impegnati a coprire le loro magagne?! E intanto il tempo passa e tutto anziché migliorare va a rotoli… e a rimetterci siamo noi giovani.
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